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Alle soglie del secondo decennio di questo secolo la sempre maggiore domanda di educazione esige risposte concrete, soprattutto laddove diviene forte il bisogno di un reale accreditamento delle potenzialità possedute da ogni soggetto. L'educazione permanente si pone come fucina di ricerca e contesto entro cui rendere merito a quegli aspetti che riguardano e rintracciano i gangli vitali del nostro agire umano ed esistenziale. Sotto tali aspetti assume una rilevanza fondamentale una ricognizione storica, filosofica, giuridica e istituzionale che ha la sua genesi a Elsinor (1949) fino a giungere alle ultime indicazioni date nei simposi di Lisbona e Feira. L'educazione permanente è così intesa non solo come puro atto metaforico-organizzativo, piuttosto "prospettiva e metodo", principio universale e unificatore della condizione di crescita dell'intera umanità. Una meditazione, dunque, che riguarda e riconosce l'uomo nella sua totalità, riconsiderandolo humus su cui poter innalzare una coscienza collettiva conforme all'anima della cultura. Prefazione di Lanfranco Rosati.